In autunno il pioppeto si presentava spoglio, l’erba rasa, bastoncini e rametti erano a terra, le zolle un poco sconnesse, l’argine era quasi spoglio del manto erboso. Lo sguardo dei bambini e delle bambine si è posato sulle materie prime del luogo e con i rami appoggiati ai tronchi hanno cercato di costruire un riparo, mentre tra l’erba bassa le mani frugavano e riportavano in luce vermicelli o altri piccoli insetti. Anche un rametto tra le mani di Giovanni è diventato motivo di osservazione, di riflessione per i piccoli nodi che aveva.
A distanza di qualche mese il pioppeto si è ripresentato a noi con un abito diverso, l’erba era altissima, i pioppi avevano messo le foglie e tra le file ordinate di pioppi si intravedono fiori e altra vegetazione. L’argine ci ha accolti, sentivamo il fruscio dell’erba mentre passavamo, calpestandola si sentiva la sua morbidezza. Al nostro passaggio l’erba si schiacciava lasciando una traccia della nostra impronta corporea.