Siamo nel 1907 i bambini e le bambine di una scuola di Bologna trasportano i banchi nel parco della scuola pronti per le loro lezioni scolastiche. In seguito preparano i loro giacigli per il riposo all’ombra degli alberi…
Didattica all'aperto. Cominciamo con una riflessione.
Siamo nel 2020 i bambini e le bambine di Brescello raggiungono la Golena per correre liberamente sulle zolle di terra e dopo un bel picnic si riposano vicino al boschetto…
È passato un secolo ma la didattica all’aperto era possibile allora come adesso.
Perché ci fa tanto paura? Perché ci sembra infattibile? Quali sono gli impedimenti di oggi?
Noi, come scuola di Brescello, ci ragioniamo da circa 10 anni e abbiamo anche noi, inizialmente, dovuto rispondere a tante di queste domande e tanti dubbi che le famiglie, i cittadini, le amministrazioni ci ponevano.
In un momento come questo, di emergenza sanitaria ma anche in vista di altre possibili problematiche totalmente nuove e quindi sconosciute, ci sembra importante condividere la nostra esperienza e metterla a disposizione di tutti: persone, famiglie, insegnanti e soprattutto bambini, per evitare che la scuola possa diventare un non-luogo ossia un posto in cui “gli individui si incrociano senza entrare in relazione gli uni con gli altri” (M. Augé).
Il educational risk oggi è rimanere chiusi all’interno e dover continuamente pretendere una distanza fisica che sappiamo essere quasi utopica.
Paradossalmente ci sentiamo più sicuri all’esterno che tra le quattro mura. Questa crisi/emergenza diventa quindi un’opportunità se iniziamo a ragionare sul fuori come possibilità e risorsa.
Vi starete chiedendo: Come trasformare questa teoria in pratica? Ecco a voi qualche consiglio pratico!