Nei giorni scorsi abbiamo avuto il piacere di ospitare e accompagnare in visita alla nostra golena di Brescello un gruppo di pedagogiste del Coordinamento pedagogico territoriale di Reggio Emilia; da alcuni anni il CPT ha intrapreso un approfondimento formativo sull’ educazione all’aperto e dopo diversi incontri teorici tenuti dalla prof.ssa Luigina Mortari e dal prof. Ugo Morelli si è concordato di visitare due realtà peculiari del nostro territorio reggiano, il parco del nido-scuola comunale Allende in città e la nostra scuola. Questa rappresenta un interessante contesto di dialogo quotidiano col fuori portato avanti da tanti anni e le riflessioni e gli interrogativi che durante la passeggiata immersiva sono emerse hanno toccato diversi piani della complessità di questa scelta. Ecco una breve testimonianza della visita da parte di una collega pedagogista:
Quand’è stato nella vostra vita che qualcuno vi ha portato nel momento dell’incanto raccontandovi qualcosa, e non necessariamente una storia?
Alessandra Ferrari ci ha accompagnato a fare una visita “in golena”, un luogo immerso nella natura e vicinissimo al nido e alla scuola dell’infanzia.
E grazie alle sue parole, alle testimonianze delle esperienze vissute dai tanti bambini educatori, genitori, ha reso possibile e tangibile il concetto latente in tutti noi di quanto davvero stare fuori è narrazione pura, e di quanto la natura abbia il diritto di narrare quotidianamente i cambiamenti giornalieri. La golena è diventa uno spazio quotidiano che permette ai bambini di avvicinarsi offrendosi come luogo di relazione in modo non estemporaneo perché offerta da educatori e insegnanti come opportunità speciale della quotidianità e non esperienza circoscritta a sè.
Alessandra ha narrato a tutti noi come l’intero gruppo di lavoro ha condiviso e costruito negli anni che il fare educazione fuori significa rivedere l’organizzazione, sperimentare pratiche, osservare i bambini, raccogliere interessi, ricerche, facendo dell’imprevisto, dell’inatteso una occasione di approfondimento, per ripensare le proposte e le didattiche con i gruppi in modo intenzionale, rigoroso ma flessibile. Abbiamo potuto osservare educatori sicuri di abitare la golena con i bambini, e quello che sono riusciti a trasmettere a tutti noi, è il livello di responsabilità e consapevolezza delle esperienze che stavano offrendo, l’idea di un ambiente, la golena, come terzo educatore, permettendo ai bambini di sviluppare possibilità di libertà ed autonomia. Avere il “coraggio” di uscire dal nido e dalla scuola, significa mettersi in ascolto della natura e del mondo. Il cammino rallentato dei bambini, che abbiamo potuto osservare, ha scandito i tempi, rispettando i ritmi individuali e permettendo loro di osservare ed entrare in sintonia con l’ambiente che li circondava.
L’esperienza vissuta durante questa mattinata in golena mi ha trasmesso un’idea di educazione e cura che garantisce sia lo sviluppo dell’intelligenza della competenza emotiva dei bambini, sia il linguaggio narrativo che è il linguaggio delle cose concrete.
Grazie ad Alessandra, ai bambini e alle bambine, e a tutto il gruppo di lavoro del nido e della scuola dell’infanzia di Brescello